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38 | capitolo ii. |
dai primi anni ad offerire, in certe ricorrenze, a lui o ad altri parenti, qualche componimento scritto, o un saggio orale dei loro studi. Anche le feste sacre, come il Natale, la Pasqua ed altre, erano occasione ad esercizi e rappresentazioni, che avevano molta analogia con le accademie di cui s’è parlato. Pel Santo Natale del 1809 Giacomo, Carlo, Paolina e Luigi recitarono un’ egloga composta dal padre, i cui interlocutori erano Batillo, Tirso, Licori e Aminta.
Giacomo era in quelli anni, nonostante la sua passione agli studi già straordinaria, quasi sempre di buon umore e proclive agli scherzi. Tornando una volta coi fratelli da una scampagnata, in compagnia del pedagogo e del castaido, fece a quello una burla che poi descrisse lepidamente nella citata poesia La dimenticanza. Il pedagogo in campagna aveva alzato un po’ il gomito, ed i ragazzi, messi su da Giacomo, si divertirono a simulargli un agguato. La disposizione del nostro poeta agli scherzi nell’età giovanile appare anche da parecchie poesie burlesche citate in quell’Indice dell’anno 1812, di cui ho parlato, da qualche lettera e dalla traduzione dell’Arte poetica, la quale è pur notevole per certa scioltezza di linguaggio adattato all’ indole del componimento.
Ma di tutti gli scritti fanciulleschi che abbiamo nominati, il più importante sotto ogni rispetto è la tragedia Pompeo in Egitto. Essa è dedicata al padre con questa lettera: «Tres cher Pere, Encouragè par votre exemple je ai entrepris d’ecrire une Tragedie. Elle est cette queje vous present. Je ne ai pas moins profitè des vôtros œuvres que du vôtre exemple. En effet il paroit dans la premiere des vôtrcs Tragedies un Monarque des Indies occidentelles, et un Monarque des Indies orientelles paroit dans la mienne. Un Prince Roïal est le principal acteur du seconde entre les vôtres Tragedies, et un Prince Roïal sontient de le mêtne la partie plus interessant de la mienne. Une