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Capitolo II.


LA FANCIULLEZZA E L'ADOLESCENZA.


1798-1813.


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Sommario: Sotto il precettore Don Giuseppe Torres. — Giuochi fanciulleschi. — I piccoli Leopardi e la nonna. — Spirito d'osservazioue di Giacomo bambino. — Sua abilità nell'inventare novelle. — Veste l'abito di chierico. — Al Torres succede l'abate Sebastiano Sanchini. — Qualità e cultura del nuovo precettore. — Monaldo presiede egli stesso agli studi dei figliuoli. — Esperimenti pubblici. — Programma dell'accademia tenuta il 20 luglio 1812. — Esercizi scolastici di Giacomo. — La tragedia Pompeo in Egitto. — Giacomo comincia da sè lo studio del greco. — Suoi rapidi progressi. — Passione matta e disperata per lo studio, e primi dannosi effetti di essa nella salute. — Avvertimenti dello zio Carlo Antici per la salute di Giacomo. — Cocciutaggine di Monaldo.


La fanciullezza di Giacomo Leopardi non ebbe niente di straordinario, se ne togli la precocità dell’ingegno e la smania d’imparare e di primeggiare. Fu quella l’età sua veramente felice, la sola felice; passata, dice il fratello Carlo, «fra giuochi e capriole e studi; studi, per la sua straordinaria apprensiva, incredibili in quella età.»1 In certi suoi appunti manoscritti si legge questo ricordo: «Mi dicono che io da fanciullino di tre o quattro anni stava sempre dietro a questa o quella persona perchè mi raccontasse delle favole. E mi ricordo ancor io che in poco maggior età, ero innamorato dei racconti e del maraviglioso che si percepisce coll’udito o colla let-

  1. Epistolario di Giacomo Leopardi, vol. III, pag. 424.