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468 Capitolo xxii.

Al terzo volume ne tenne dietro ben presto un quarto, che conteneva il Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, pubblicato da Prospero Viani sopra il manoscritto da lui ritrovato presso i successori del libraio Stella. Tutte queste pubblicazioni dispiacquero al Ranieri ; ma nessuna lo indispose e lo indispettì quanto quella dell' epistolario, in due volumi, fatta nel 1849 dallo stesso Viani per gli stessi tipi di Felice Le Monnier. Nell'epistolario erano le lettere di Giacomo al padre scritte da Napoli ; fra le altre quella del 3 febbraio 1835 nella quale i Napoletani son chiamati tutti ladri e b.f. degnissimi di Spagnuoli e di forche.1 Ranieri ebbe il torto, a nessuno meno perdonabile che a lui, il quale doveva conoscere l'amico suo, di prendere come scritte per se quelle parole. < Quando mi sentii dichiarato degnissimo di Spagnuoli e di forche, scrisse nel 1853 ad una signora di Recariati, mi soprapprese uno di quegli stupori e di que' silenzi che gli antichi hanno talvolta dipinti nei personaggi del loro inferno, e che la nullità de' tempi odierni non può neanch'io solamente immaginare. >' E per quelle parole e per altre che gli furono riferite, e ch'egli a torto credo oscurassero la fama della sua eroica amicizia per il Leopardi, considerò la pubblicazione dell'epistolario come qualche cosa peggio che una profanazione; e dichiarò che non lo aveva e non lo avrebbe mai letto. Ma gli sdegni irragionevoli del Ranieri non impedirono che quello pubblicazioni fossero accolte con favore dagli studiosi e giovassero all' incremento degli studi leopardiani e alla fama dell'autore. Dei due volumi di scritti giovanili e doll'epistolario furono, dopo la prima, fatte altro edizioni; e, coni'ò naturale, coli' incremento dogli studi leopardiani crobbo negli studiosi il desiderio cho tutto si

  1. Nuovi documenti ec., pag. 263