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GLI ULTIMI SCRITTI E LA MORTE. 4G5 der nulla, salvo i libri e le carte. A ciò il Ranieri sog- giunse, che i manoscritti, che Giacomo aveva portati seco da Recanati a Firenze, erano stati consegnati da lui stesso al De Sinner, coni' era notorio in tutta la repubblica letteraria; che a lui Ranieri non resta- vano se non le carte o note relative alle cose composte da Giacomo dopo l'ultima sua partenza da Recanati; < e di queste, diceva, io non posso disporne in altra guisa, secondo l'espressa volontà del nostro amato de- funto, se non servendomene accuratamente per l'edi- zione di tutte le sue opere, che fra non molto si farà in Parigi, e della quale egli m' impose durante la sua malattia, eh' io, quando Iddio avesse disposto di lui, divenissi l'editore. >' Questo che il Ranieri scriveva non era la esatta verità; poiché s'è poi veduto, ed egli stesso lo disse, che possedeva anche altre carte, fra le quali lo Zibal- done; ma egli adempì scrupolosamente al suo dovere di amico, negando di dare i manoscritti che dovevano servire alla edizione delle opere, e riservando a sé il diritto di farsi editore di queste. Se i manoscritti delle cose postume fossero andati nelle mani di Mo- naldo, probabilmente gl'Italiani non avrebbero potuto leggere né La Ginestra, né / Paralipomeni. Per la edizione delle opere, che doveva farsi dal Baudry, il Ranieri si mise subito in relazione col De Sinner, ed aveva intenzione di recarsi egli stesso a Parigi per assistere con lui alla edizione. Poi, non essendo potuto andare, ed essendosi il De Sinner assentato da Parigi, incaricò un amico che recavasi là di trattare della cosa col Baudry; ma questi al- l'ultimo momento, per consiglio del Tommaseo, ritirò la parola che pareva aver data, e ricusò di farsi edi- tore delle opere del Leopardi. Allora il Ranieri fece, per mezzo di quell'amico, stampare a Parigi a sue
- Nuovi documenti ec, pag. 252, 253.
Chiarini, Leop. 30