Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
h GLI ULTOII SCRITTI E LA MORTE. 451 cominciò a imperversare il cholera : e qui nuove in- certezze, essendo opinione generale che il muoversi, in quella condizione della salute pubblica, fosse pe- ricoloso. Comunque, ai primi di giugno fu risoluto l'an- dare: ma il poeta ne rimandava l'esecuzione da un giorno all'altro. Intanto Monaldo con una delle ultime lettere al figlio' pregava il Ranieri di consigliarlo a recarsi presto a rivedere la famiglia. 11 Ranieri, che aveva scritta, a dettatura di Giacomo, la lettera a Monaldo del 27 maggio, sentì il bisogno di scrivere direttamente egli stesso al padre dell'amico suo; tanto più che le condizioni di salute di questo erano andate e an- davano facendosi di giorno in giorno più gravi. Gli scrisse il 13 giugno una lunga lettera, con la quale lo assicurava che, malgrado la molta repuynanza di Giacomo a lasciare il clima di Napoli, al quale do- veva la. sua sanità, egli era nel più fermo proponimento di correre al pia presto a riabbracciare i suoi ; gli di- ceva le ragioni vere che avevano impedito il ritorno di lui a Recanati; e gli parlava del male gravissimo dal quale era stato ora assalito; male di cui Gia- como gli aveva dato un cenno in modo assai vago nella lettera del 27 maggio, parte per non affliggerlo, parte perchè egli, il Ranieri, aveva creduto utile di lasciare ignorare a lui stesso una parte del vero. < Il dì quin- dici di maggio, diceva la lettera, egli si levò sma- nioso dal letto con un fiero afianno che gì' impedì per più notti di giacere, e lo gettò in una grandis- sima prostrazione di forze. Io non mancai di chiamar subito il dottor Mannella.... Il Mannella mi dichiarò, » Deve essere probabilmente una delle tre citato in principio della lettera di Giacomo al padre del 27 maggio; ma non sa- prei mdovinare quale. Queste lettere, che dovrebbero trovarsi fra le carte napoletane, non ci sono; come non ci sono altre molte che Monaldo scrisse al figlio durante la residenza di lui a Napoli.