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LA. * PALINODIA > E < LA GINESTRA >. 437 'OSI ili quasi tutte le sue lettere al padre dalla pri- iiuiveni del 1835 in poi è espresso il desiderio e la speranza di andare fra poco a rivedere la famiglia. Il 4 dicembre 1835 scriveva alla Paolina: < Io, cara Pilla, muoio di malinconia sempre che penso al gran tempo che ho passato senza riveder voi altri ; quando mi rivedrai, le tue accuse cesseranno. Se fosse neces- sario, ti direi che non sono mutato di uno zero verso voi altri; ma tra noi queste cose non si dicono se non per celia, ed io ridendo te le dico' Il 19 febbraio 183() scrisse al padre che sperava di poter partire alla Hne d'aprile o ai primi di maggio; e r 11 dicembre dello stesso anno gli mandò una lettera con queste commoventi parole : < Mio caro papà, se Iddio mi concede di rivederla, ella e la mamma e i fratelli conosceranno che in questi sette anni io non ho demeritata una menoma particella del bene che mi hanno voluto innanzi, salvo se le infelicità non iscemano l'amore nei genitori e nei fratelli, come l'e- stinguono in tutti gli altri uomini. Se morrò prima, la mia giustificazione sarà affidata alla Provvidenza. >* Neil' ottobre innanzi ora scoppiato il cholera : ciò spiega le prime e le ultime parole del poeta, che aveva una gran paura dell'orribile morbo.
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Nell'aprile del 183(5 il Leopardi, che allora, come sappiamo, stava relativamente abbastanza bene della salute, accettò volentieri di andare, in compagnia dei suoi ospiti, a passare alcuni giorni in una villetta alle falde del Vesuvio, messa gentilmente a sua disposi- zione dall'avvocato Ferrigni. E il poeta si trovò così bene in quella campagna, che, invece di alcuni giorni, » Epistolario, voi. Ili, pag. 22. * Idem, pag. 37.