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LA < PALINODIA > E < LA GINESTRA >. 425 quest'aria veramente salutifera: ed è cosa incontra- stabile ch'io ho ricuperato più di quello che forse avrei osato sperare. Nell'inverno passato potei leggere, com- porre e scrivere qualche cosa; nella state ho potuto attendere (benché con poco successo quanto alla cor- rezione tipografica) alla stampa del volumetto che vi spedisco (il volumetto dei Canti, edito dallo Starita); ed ora spero di riprendere ancora in qualche parte gli studi, e condurre ancora innanzi qualche cosa durante l'inverno. >' Il volumetto delle poesie lo aveva mandato anche al Bunsen, e lo mandò poi al Giordani, il quale pare non lo ricevesse. Oltre le accennate quattro poesie, il Leopardi do- veva aver cominciato, fin dall' inverno 1834, se non anche prima, qualche altro lavoro ; probabilmente i Faralipomcni della Batracomiomachia, e i Pensieri, che fanno seguito alle Operette morali. E probabil- mente questi lavori dovevano entrare, insieme con le traduzioni dal greco in prosa rimaste inedite, nei tre ultimi volumi della collezione dello Starita. Dei sei volumi promessi l'editore, oltre il primo volume, ch'era quello dei Canti, pubblicò solamente il secondo, eh' era il primo delle Opa-ette morali accresciute. Dopo questo volume l'edizione rimase interrotta, un po' perchè il Leopardi era disgustatissimo del pidoc- chioso libraio, il quale avendo raccolto col suo mani- festo un numero maggiore di associati che non credeva, sicuro dello spaccio, aveva dato la più infame edizione che aveva potuto;* un po', e massimamente, perchè la censura non aveva permesso la pubblicazione del se- condo volume. < La mia filosofia, scriveva in questo proposito il Leopardi al De Sinner, è dispiaciuta ai preti, i

  • Epistolario, voi. Ili, pag. 19.
  • Idem, pag. 30.