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406 CAPITOLO XX. bellissima occasione che mi si è presentata. Passato qualche mese a Napoli, se ne ritrarrò quel miglio- ramento che ne spero, avrò finalmente l'incredibile piacere di rivederla. > A Roma, dove i due amici fecero una breve di- mora, Giacomo ricevè due lettere del padre, una dello quali gli annunziava un sussidio straordinario di venti scudi, offertogli probabilmente ad insaputa della ma- dre. Giacomo rispose il 28 settembre, dicendo che il viaggio gli aveva un po' giovato, ma non quanto spe- rava, che gli occhi stavano al solito, e che fra due giorni sarebbe partito per Napoli. Dalla lettera di Giacomo al padre del primo set- tembre si vede già ch'egli non voleva delle cose sue far sapere alla famiglia la verità vera; e poiché la lettera era stata scritta dal Ranieri, egli era fin d'al- lora avvisato che l'amico cominciava a servirsi della facoltà d'inventare ai suoi quante favole gli paresse. Quando i due amici arrivarono a Napoli, la fami- glia Ranieri era in villa; ciò che tornava opportuno al loro tranquillo e quasi occulto collocarsi in città in un quartiere mobiliato. Il quartiere era stato prov- veduto dal Margaris, ed era, dice il Ranieri, un < se- condo piano alla cantonata di via San Mattia, sulla così detta Loggia di Berio, ad un oriente e un mez- zodì saluberrimi. >' Si erano appena accomodati nell'alloggio, quando una mattina l'albergatrice, entrata in camera del Ra- nieri, gli annunziò che intendeva sciogliere il contratto, perchè l'amico eh' ei le aveva introdotto in casa era un tisico. 11 Ranieri cercò di rassicurarla, negando cho la malattia dell'amico suo fosse contagiosa, e di- cendole che le avrebbe intorno a ciò fatto dare le maggiori assicurazioni dal medico. Corse immediata- mente a prendere il Mannella, medico del vecchio Sttt* •nnt di aodalisio oc, pag. 82.