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LA FINE DELL' ULTIMO AMORE. 391 gli riscrisse che bisognava, perchè l'assegno potesse durare, avere l'assenso della mamma, e lo consigliò di rivolgersi ad essa direttamente. Il povero poeta fra gli ultimi di settembre e i primi d'ottobre era dovuto stare dodici giorni in letto per alcune febbri cagio- nate da un altro reuma di petto, che lo lasciarono debolissimo ; onde non potè scrivere a sua madre se non il 17 novembre. La madre acconsentì, e Giacomo da questa parte si senti finalmente tranquillo.

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Nella seconda metà di luglio il Ranieri si era final- mente risoluto a partire per Napoli ; ma la prese assai larga. La mèta prima del suo viaggio era Bologna, dove anche questa volta si trovava la Pelzet. Appagate nella vista e nella compagnia di lei le ragioni del cuore, prese ai primi d'ottobre la diligenza che da Bologna, traversando le Romagne e le Marche, va a Roma, per indi recarsi a Napoli. Passando da Recanati, ove la diligenza si fermava per mutare i cavalli, ebbe de- siderio di vedere la casa dell'amico suo; se la fece indicare, e trovò sulla porta Monaldo, che usciva per andare in chiesa, e che gli fece cortese accoglienza invitandolo ad entrare e fermarsi ; ma egli ringraziò, scusandosi che la diligenza ripartiva subito. Da Roma scrisse a Giacomo l'incontro avuto, lodandosi della gentilezza di Monaldo.' Prima di partire da Firenze, il Ranieri era ri- masto d' accordo col Leopardi che, tornando da Na- poli, si sarebbe stabilito a Firenze con lui, o lo avrebbe menato a Napoli con sé. Giacomo, scrivendo il 21 di agosto al Giordani, gli diceva: < Non è im- possibile che fra pochi giorni io parta di qua per

  • Vedi Epistolario, voi. II, pag. 503.