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LA FINE DELL' ULTIMO AMORE. 377 subito al fratello, pregandolo di dirgli la verità. Gia- como gli rispose : < Dispensami, ti prego, dal raccon- tarti un lungo romanzo, molto dolore e molte lagrime. Se un giorno ci rivedremo, forse avrò forza di nar- rarti ogni cosa. Per ora sappi che la mia dimora in Koma mi è come un esilio acerbissimo, e che al più presto possibile tornerò a Firenze, forse a marzo, forse a febbraio, forse ancor prima. >' Carlo e Paolina, alla quale il fratello comunicò la lettera, non capirono nulla, e si perdettero in vane con- getture; fra le altre quella che Giacomo fosse innamo- rato della Carlotta Bonaparte. Carlo, al quale le parole del fratello avevano acuita la curiosità, insistè per sapere qualche cosa, ma invano. Giacomo gli riscrisse il 31 dicembre: < Non ti sdegnare ch'io taccia ancora sulle cose che tu dimandavi coli' ultima tua. Troppo lungamente dovrei scrivere: del resto, sappi che il mio venire e lo stare a Roma è stato ed è per me un grandissimo sacrifizio, e non guadagno ma rovina delle mie finanze. >* Il Vieusseux, che forse conosceva la verità meglio d'ogni altro, aveva scritto scherzando al Giordani, che Giacomo era andato a Roma a farsi prelato, che presto sarebbe Papa e che gli aveva promesso il cardi- nalato.^ Il Giordani, pigliando lo scherzo sul serio, rispose tragicamente al Vieusseux : < Che smania d'im- pretarsi? Io non ci sarò quando egli sarà Papa: e mi giova morire prima d'essere obbligato a disprezzarlo. >* E scrisse lo stesso giorno al Leopardi : < È vero che ti fai prelato? Avvisami perch'io impari a chiamarti Monsignor Leopardi, e sappia fin quando potrò chia- marti Giacomino; che a mio gusto vale un po'me-
- Epistolario, voi. II, pag. 483.
' Idem, pag. 451. ' Lettera inedita nelle cai'te napoletane.
- ORijXyDO, Carteggi italiani inediti rari; Firenze, Bocca, 1892;
Prima Serie, pag. 11.