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IL SUSSIDIO FIORENTINO EC. 367 nell'ora della confusione.... Rispondendo alla Magistra- tura, potreste evitare un'aperta rinunzia e temporeg- giare un poco con qualche mezzo termine.... Così ren- dereste alla città nostra un altro servizio, procurandole qualche settimana di largo, e disimpegnandola da un'altra scelta, la quale in questi momenti, in cui gli uomini prudenti stanno in cautela, potrebbe cadere in qualche scarto. >' Quando Giacomo ricevè la lettera del Comitato e quella del padre, la rivoluzione era già soffocata : gli Austriaci orano a Bologna tino dal 21 marzo. Rispon- dendo il 29 al padre, gli accludeva la risposta da lui fatta al Comitato, perchè la suggellasse e la con- segnasse. Nella lettera al padre erano queste parole, che al Carducci fecero impressione non buona: < De- sidero sommamente che la città e la provincia si scordino ora finalmente di me e de' miei ; creda per certo che non possano farci cosa più vantaggiosa. > * Ma la impressione non buona fu distrutta dalla risposta di Giacomo al Comitato. Con questa egli ringraziava dell'onore fattogli e si mostrava dolente che le circo- stante canihìate rendessero ahneno per il momento ine- seguibili le disposizioni del Comitato a suo riguardo ; < ma esse, soggiungeva, non distruggono né la grati- tudine ben viva che io sento alla confidenza dimostra- tami da esse SS. VV., né il desiderio ardentissimo di servire cotesta mia patria, a qualunque mio costo e fatica, ogni qualvolta che lo consentano i tempi e che l'opera mia non paia dover essere, come in questo caso, del tutto fuori di luogo. >^ Da questa lettera appare che Giacomo non era scontento della dimostrazione fattagli dai suoi concit-

  • Dalle carte napoletane, in corso di stampa.
  • Epistolario, voi. II, p.ig. 413, 4U.

^ Questa lettera fu pubblicata per intero dal Carducci, nel suo scritto « Giacomo Leopardi deputato. » Vedi Opure, voi. X, pag. 3'J3 e seg.