Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
360 CAPITOLO XVIII. 11 Ranieri tornò a Firenze il 10 novembre quando il De Sinner stava per partire. Tre giorni dopo fu cacciato da P'irenze il Giordani, cacciato in un modo indegno da quella polizia, ch'egli aveva tanto lodata. Ebbe, a un'ora di notte, l'intimazione di partire entro ventiquattr'ore. Tutti gli amici, compreso il Leo- pardi, ne furono dolenti: l'unico che il Giordani ac- cusò di freddezza e d'indifferenza fu il Capponi, né il Vieusseux e il Colletta riuscirono a persuaderlo del contrario. Alla fine di novembre il Colletta concluse col li- braio Piatti la stampa dei Canti del Leopardi, per il cui manoscritto il libraio stesso, accettate le sotto- scrizioni raccolte, consentì di dare all'autore un com- penso di ottanta zecchini.' Nel dicembre fu cominciata la stampa, alla correzione della quale attese il Ra- nieri, che dopo il suo ritorno era andato a stabilirsi nella casa stessa del Leopardi in via del Fosso, per non abbandonarlo mai nò la notte né il giorno.' Certo in questo tempo le condizioni di salute del poeta erano molto tristi, e la pietosa lettera scritta il 1 5 dicembre, con la quale dedica i Canti agli amici suoi di Toscana, no è un documento irrepugnabile. Con essa egli dice che, per correggere le stampe del suo libro, aveva dovuto servirsi de(fli occhi e della mano d'altn, e definisco so stesso un tronco che sente e pena. Tut- tavia in ciò che scrive il Ranieri dello stato, nel quale al suo ritorno da Roma trovò l'amico, c'ò della esa- gerazione. A sentirò lui, Giacomo era poco meno che moribondo: invece questi il 4 dicombro scriveva al padre che la sua salute era più tollerabile del solito, o piuttosto come soleva essere nelle stagioni inedie e tempe- ratissime. Dico il Ranieri che la camcruccia del poeta, quando egli tornò, era più che mai deserta; mentre ' Vodi l'piitlotaflo, voi. II, pag. AOTt in noln.
- Vodi Mt« anni di Sodalizio oc, png. 11, 12.