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IL SUSSIDIO FIORENTINO EC. :i59 lavori, ed ebbe con lui molte sedute, dopo lo quali gli fece consegna formale di tutti i suoi mss. filologici, appunti, note, ecc. cominciando dal Porphyrius : < Egli, se piacerà a Dio, scrisse alla Paolina, li redigerà e completerà e li farà pubblicare in Germania; e me ne promette danari e un gran nome. > ' Monaldo, in- formato di ciò, credè suo dovere di mettere sull'av- viso il tiglio circa la possibile malafede del forestiero; ma Giacomo rispose cli'tra stato avvertito da lui stesso del pericolo; che d'altronde il suo carattere ispirava ogni possibile fiducia.^ E la fiducia ch'ebbe in lui fu a tutta prova. Passarono i mesi, passarono gli anni, e delle grandi speranze fondate sulle promesse del forestiero non ne vide avverarsi nessuna; cioè tutto si ridusse alla pub- blicazione fatta nel 1834 dal De Sinner in un gior- nale di Roma di un piccolo Spicilegio degli scritti filologici leopardiani, con molte lodi dell'autore. Tut- tavia il Leopardi non dubitò mai della buona fede del De Sinner, col quale anzi andò stringendo sem- pre più viva e forte amicizia: se le speranze di gua- dagno da lui fattegli balenare rimasero senza effetto, lo attribuì alla contrarietà dei tempi, non a mancanza in lui di buona volontà. E forse ebbe ragione : forse il De Sinner aveva promesso ciò che, esaminati me- glio i manoscritti, vide impossibile a mantenere. L'unico piccolo guadagno che essi poi diedero, ventun anni dopo la morte di Giacomo, andò (e non fu male) ad alleviare la miseria del filologo svizzero, il quale morì a Firenze, dopo essersi convertito al cattoli- cismo. Giacomo sperava di riabbracciarlo xa-c' ào?o8sXòv Xcinwvx ; ma egli, curando più il bene dell'anima sua che l'amicizia, al momento di partire per l'altro mondo prese il biglietto per il Paradiso, dove poteva esser certo che non avrebbe trovato il Leopardi. ' Ei)istolavh, voi. II, pag. 402. - Idem, pag. 405.