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IL SUSSIDIO FIORENTINO EC. 353 sigliatosi col Colletta e col Vieusseux, pensò di pro- cacciarsi qualche denaro con una nuova edizione delle sue poesie, da mettere in vendita per associazione. Nel luglio pubblicò il manifesto, nel quale era detto che la nuova edizione comprenderebbe sotto il titolo di Canti di Giacomo Leopardi le poesie di lui già stam- pate (escluse quelle che intendeva di rifiutare) ed al- cune nuove. Le poesie già stampate avrebbero avute molte correzioni dell'autore. Invece delle prose, che nelle precedenti edizioni andavano unite alle poesie, e che ora intendeva rifiutare (cioè le dediche al Monti e al Trissino, la Comparazione delle sentenze di Bruto minore e di Teofrasto vicini a morte, e le Annotazioni alle Canzoni), prometteva una lunga prosa nuova di argomento compagno a quello di uno dei canti.^ Ap- pena pubblicato il manifesto, ne mandò copie ai suoi amici, pregandoli di trovare sottoscrizioni. Tutti si diedero attorno con gran premura; ma più di tutti i Tommasini, che in breve tempo ne trovarono un cen- tinaio. L'associazione andò sul principio così bene, che il 9 settembre Giacomo, scrivendo alla Paolina, le di- ceva: < Non vi date pensiero alcuno di associazioni costà: ne ho già da 5 in 600, e si aumentano sem- pre. >■ Quando, alla fine di novembre, si trattò di con- cludere la stampa del volume, le sottoscrizioni erano settecento. Oltre la sottoscrizione per le poesie, cercava an- che altre vie di guadagno. Sapeva che c'era nell'Alta Italia, oltre lo Stella, un libraio veneziano, di polso e ben pagante, l'Antonelli; e pregò il Vieusseux di met- terlo in relazione con lui, per averne lavori di compi- lazione direzione, del genere di quelli per lo Stella. Ma il tentativo, se fu fatto dal Vieusseux, non ebbe, pare, alcun resultato.
- Vedi il manifesto in Scritti letterari ec, voi. II, pag. 375, 376*
- Epistolario, voi. II, pag. 398.
Chiakim, Leop. 23