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326 CAPITOLO XVI. — A PISA E A FIRENZE. fazione alla Crestomazia poetica. Ma non perciò la mente sua stette oziosa. A Pisa aveva scritto soltanto una doz- zina di pagine à.e[\o Zibaldone: a Firenze ne scrisse 96. Queste 96 pagine sono occupate in gran parte da lun- ghi estratti ed appunti da scritti del Miiller, del Wolf, dello Scliubarth e d'altri, intorno ad Omero e alla que- stione omerica; ed agli estratti ed appunti seguono osservazioni dell'autore; il quale esamina le opinioni altrui, le discute e vi oppone le proprie; tratta que- stioni letterarie, filologiche, estetiche; parla della poe- sia epica, della lirica, della drammatica, estendendo le sue osservazioni alla letteratura latina, all'italiana e alle altre letterature moderne. Probabilmente il Leo- pardi si preparava i materiali per un articolo su Omero richiestogli con molta insistenza dal Vieusseux per V Antologia ; ma le sue condizioni di salute non gli per- misero di scriverlo nò allora, nò più tardi, per quanto il Vieusseux, con molta discretezza, glie lo rammen- tasse. Giacomo 1*8 noveml)re scrisse al padri; che fra due giorni sarebbe partito i)er llecanati, conducendo seco un signore torinese, suo buon amico, che faceva con lui il viaggio delle Marche, principalmente per tener- gli compagnia. Partì difatti al giorno fissato, con un tcm])0 molto cattivo, ciò che fece stare in pena il buon Vieusseux; e dopo undici giorni di viaggio, con una fermata di tre giorni a Perugia, arrivò il 21 a Hecanati.