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A l'ISA i: A 1 IKLNZi:. ò\>ó Jùiciclopedùi, di continuargli l'assegno per tutto il resto dell'anno, o almeno fino a tutto novembre. « Dopo di che cesseranno, gli diceva, i suoi sborsi men- sili, e le nostro relazioni pecuniarie. >' Lo Stella ri- spose cortesemente che l'assegno avrebbe durato tino

i tutto dicembre, e lo avvisò che la Crestomazia era

([uasi Unita di stampare. Giacomo non potò mandare la prefazione che il 30 settembre, e mandandola scrisse: < Lo stato della mia povera salute è talmente contrario ad ogni bencliò minima applicazione, che, anche ora, e per comporre queste sole due pagine, son dovuto entrare in convulsione e in una specie di febbre. >* Aggiungeva che ai primi di novembre sarebbe partito per Recanati, e pregava che col mensile di ottobre gli fosse pagato anche quello di novembre, onde poter provvedere alle spese del viaggio ; ciò che gli fu su- bito concesso. E con ciò terminarono le relazioni di autore a editore fra il Leopardi e lo Stella; ma non terminarono le loro relazioni amichevoli. La Crestomazia poetica fu pubblicata verso la fine dell'anno; ma parve, ed era, riuscita men bene della Crestomazia di prosa. Il Leopardi stesso, scrivendone al Vieusseux nell'aprile del 1829, diceva: < Io feci tutto quel che potei; ma, o fosse l' incapacità mia, o la qua- lità de' materiali, il lavoro venne malissimo, ed io ne* sono pessimamente sodisfatto. Così ho detto sempre a tutti, e così vi prego che diciate ancor voi a Gior- dani, a Montani, a chiunque ve ne parlasse. >' Nei sette mesi (9 novembre 1827-10 giugno 1828) che il Leopardi stette a Pisa compilò, come abbiamo veduto, la Crestomazia poetica e compose due poesie: nei cinque mesi che restò a Firenze fino alla sua par- tenza per Recanati, che avvenne il 10 novembre 1828, non compose niente altro che le due paginette di pre- ' Epistolario, voi. II, pag. 323. - Idem, pag. 331. ' Idem, pag. 364.