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A l'JSA E A FIRENZE. 315 vazione di ogni speranza, succeduta al mio primo ingresso nel mondo, a poco a poco fu causa di spegnere in me quasi ogni desiderio. Ora, per le circostanze mutate, risorta la speranza, io mi ritrovo nella strana situazione di aver molta più speranza che desiderio. >* Che altro è questo mutamento, che altro vuol dire questa speranza risorta, se non che il cuore del poeta si èra risv(^gliato ? Il risveglio, avvenuto due anni innanzi a Bologna,* si era pienamente aflermato e dimostrato ora a Pisa. In quella Via delle rimembranze, che gli rammentava Recanati, il poeta aveva riveduto sognando i cari e dolci fantasmi della sua prima giovinezza; aveva ri- pensato i lunghi giorni di studio nella biblioteca pa- terna, mentre il vento gli recava dalle finestre il canto (li Teresa seduta al telaio ; aveva ripensato i disegni (li una vita libera, feconda, operosa, accarezzati col suo Giordani, le confidenze e gli sfoghi fatti con Carlo e Paolina nelle interminabili sere d'inverno, i suoi colloqui con la luna e le stelle dalle finestre della sua camera o nelle passeggiate solitarie in cara- ])agna; e poi la morte di Teresa, e le sue speranze morte com'essa. Quel cumulo di memorie fece groppo al suo cuore; e quando il groppo si sciolse, il poeta pianse e cantò; cantò il suo lìisorgimento. Il canto è fatto di dolore; ma egli saluta questo dolore come una benedizione del cielo. La poesia II lìisorgimento fu cominciata il 7 aprile (lunedì di pasqua) e finita il 13. Sei giorni dopo, i 19 e 20 dello stesso mese, compose la canzone A Silvia. E il 2 maggio scrisse a Paolina: < Dopo due anni ho fatto dei versi quest'aprile, ma versi veramente all'antica, e con quel mio cuore d'una volta. >' ' Pensieri di laria filosofìa ec, voi. VII, pag. 248. - Vedi neìV Epistola rio (voi. II, pag. 139 e seg.) la lettera a Carlo sulla relazione con la Malvezzi. ■* Ejjìslolarto, voi. II, pag. 290.