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310 CAPITOLO XVI. Il Mancini si mise subito in relazione con lo Stella, ma pare che non si intendessero, benché questi avesse scritto al Leopardi ch'era disposto a trattare; e così la prima proposta non ebbe seguito. Quanto alla se- conda, avanti d'impegnarsi col Mancini, il Leopardi volle sapere dal Brighenti, il quale una volta aveva avuto l'intenzione di fare lui una ristampa delle Can- noni e dei Versi, se questa intenzione gli durasse an- cora, aggiungendo che la ristampa avrebbe potuto accrescersi di due canzoni; e contemporaneamente scrisse al Puccinotti, che fra pochi mesi sarebbe pas- sato da Macerata per andare a Recanati, e allora avrebbero potuto combinare qualche cosa col Mancini. Il Brighenti rispose al Leopardi che non si oppo- neva alla ristampa maceratese, anzi aveva piacere che si facesse, e offeriva per essa il ritratto fatto dise- gnare per quella raccolta delle opere complete, che poi non fu fatta. Quanto a sé, diceva d' avere già co- minciato una ristampa delle poesie, e che l'avrebbe seguitata, purché ciò non dispiacesse al Leopardi, e purché fossero date anche alla sua edizione, come alla maceratese, le correzioni e le cose nuove. Il Brighenti faceva una edizione di soli dugento esemplari, della quale erano già stampati due fogli. Probabilmente il Mancini non giudicò l'affare di sua convenienza; ed anche la seconda proposta del Leopardi rimase perciò senza effetto.
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Il clima di Pisa parvo incantevole al Leopardi; ma h' incannerebbe chi pcnhasse che il freddo non gli desso fastidio anche bV. Più volte nelle lettere si lagna di non poter lavorare, i)erché, a cagione del freddo, tre- mava e tipasimava dalla mattina alla sera. P(;rò di freddo vero, o neppure molto intenso, ci furono in quolP inverno a Pisa soltanto due settimane; e i giorni