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300 CAPITOLO XV. disse delle Operette inorali : < comme style, on n'a peut- étre rien écrit de mieux dans la prose italienne de nos jours. >'
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Quella sera del 3 settembre 1827, in cui il Man- zoni intervenne per la prima volta alle riunioni del Vieusseux, rimase memoranda. C'erano fra gli altri il Giordani e il Leopardi: il Capponi non c'era; e il Vieusseux così glie ne scrisse la mattina di poi: < Manzoni est venu liier soir cliez moi, depuis 7 heures jusqu'à 9: il a paru très-con- tent de la réunion, et beaucoup moins timide qu'on le dit: nous étions nombreux. Il a fait à Giordani un accueil très-distingué et leur empressement à s'abor- der a été réciproque; mais Giordani gàtait tout par l'intempérance de sa langue en matière de religion; et Leopardi lui-méme en a été scandalisé pour sa part, >* Giacomo, scrivendo pochi giorni dopo allo Stella, gli diceva: < Io qui ho avuto il bene di conoscere per- sonalmente il signor Manzoni, e di trattenermi seco a lungo : uomo pieno di amabilità, e degno della sua fama. >' Ma del romanzo in una lettera precedente gli aveva scritto : < Del romanzo di Manzoni (del quale io ho solamente sentito leggere alcune pagine) le dirò in confidenza che qui le persone di gusto lo trovano molto inferiore all'aspettazione. Gli altri generalmente lo lodano. >^ Questo parole, se si corca in esse una im- pressione del Leopardi intorno al romanzo, vanno com- pletate con queste altre, che scriveva alcuni mesi dopo al Papadopoli, quando aveva letto il libro: < Ilo ve- ' Haintc-Druvs, PoiiraUt eonUmporain$, Pari; O.Levy, 1882, voi. IV, pag. 986.
- Cai'I'Oni, Ltttért, Firenze, Lo Mounier, 1882, voi. I, png. 281.
' LcorARDi, Kpittolario, voi. II, pag. 284.
- Idem, pag. 281.