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296 CAPITOLO XV. e l'idea di doverseli cavare gli dava una malinconia incredibile. Visite in quello stato non poteva farne ; andò tutta- via a trovare il cav. Reinhold, allora Ministro d'Olanda in Toscana, il quale gli fece molta festa. Gli altri let- terati, appena lo seppero in Firenze, andarono loro a trovar lui ; andarono tutti i principali, compreso il Niccolini ; e tutti gli fecero grandi gentilezze e prof- ferte. Vide tra i primi il Vieusseux. Il Giordani, che lo aveva invitato e lo aspettava, era con lui dalla mattina alla sera. Se non fosse stato quell'incomodo degli occhi, a Firenze si sarebbe trovato bene ; e stava bene anche di salute. Né gli sarebbe mancato lavoro, se avesse voluto e potuto accettarlo ; ma volendo e potendo fa- ticar poco, nessun partito gli conveniva come quel dello Stella, e per conseguenza gli bisognava tenerlo fermo più che poteva.' Fra le nuove amicizie che fece, quella del Vieus- seux fu una delle più importanti. Dopo il Giordani e il Montani, che avevano per lui un'ammirazione en- tusiastica, il Vieusseux fu quegli che a Firenze lo ebbe in più alta stima e ne apprezzò meglio l' inge- gno ed il carattere. Sono note le riunioni serali che il Vieusseux te- neva in casa sua nel palazzo Buondelmonti; o rima- sero famoso quello del settembre 1827, alle quali intervenne il Àlanzoni. Fondato nel 1819 il gabinetto di lettura, e l'anno dopo il giornale V Antoloijia, quel brav' uomo del Vieus- seux aveva a poco a poco saputo raccogliere intorno a sA quanto era in Firenze d'uomini d'ingegno e di studi, letterati, scienziati, artisti, desiderosi del pub- blico bene e del buon nomo d' Italia ; nò solamente toscani. In quel decennio dal 1820 al 1830, in cui I Vedi EpUlolario, voi. II, pag. 21U.