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290 CAPITOLO XV. per passare alcuni giorni con lui. Il Leopardi, che aveva stabilito di partire da Recanati nell'aprile, scrisse il 18 allo Stella che l'Antologia era quasi finita, che il poco che rimaneva da fare sperava di compierlo presto, in modo ch'egli alla sua andata a Bologna trovasse il lavoro terminato.' E tre giorni dopo scrisse al Puccinotti, che il 23 sarebbe partito per Bologna, donde faceva conto di passare a Firenze e starvi tutta l'estate. Il saluto che sul partire dava alla sua Recanati era questo : < Ogni ora mi par mil- l'anni di fuggir via da questa porca città, dove non so se gli uomini sieno più asini o più birbanti; so bene che tutti sono l'uno e l'altro. Dico tutti, perchè certe eccezioni, che si conterebbero sulle dita, si pos- sono lasciar fuori del conto. Dei preti poi, dico tutti assolutamente. Quanto a me la prima volta che in Recanati sarò uscito di casa, sarà dopo domani, quando monterò in legno per andarmene: sicché mi hanno potuto dare poco fastidio. >'

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Nei cinque mesi della sua dimora a Recanati, a parte gli altri lavori che abbiamo accennati, scrisse anche una settantina di pagine dello Zibaldone; dove sono non pochi pensieri filosofici importanti e belli, che si accordano perfettamente con le dottrine ma- terialistiche, alle quali oramai era giunto. Quanto alla corriiipondenza epistolare, mantenne viva quella col Brighcnti e con lo Stella; pochissimo altre lettere scrisse, e pochissimo ne ricevè; no ricovò duo dalla Tommasini od una dalla Maestri; dulia Malvezzi, che aveva promesso di scrivergliene molto, nessuna; ri- cevè soltanto, pochi giorni prima di partire, il vol- < Vedi Kpittolario, voi. Il, pag. 201.

  • Idem, pag. 202.