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288 CAPITOLO XV. perchè avendole rivedute, ne sono stato pochissimo contento, e credo che le sopprimerò tutte due, almeno l'una di esse, >' Ma poi non le soppresse; anzi dispose che tutte due fossero comprese nella edizione napo- letana delle Prose del 1835. E fu bene; poiché se il Dialogo di Plotino e Porfirio non differisce molto dalla intonazione grave e trista delle 02ìerette morali, il Copernico vi porta una nota di umorismo bonario, che contrasta piacevolmente con l'ironia amara do- minante nella maggior parte degli altri dialoghi. Il Copernico è una specie di commediola in quattro scene, della quale sono attori il Sole, le Ore e Coper- nico. 11 Sole, eh' è stanco di aggirarsi intorno alla Terra, manda unu delle sue ancelle, le Ore, a cercare un filo- sofo il quale persuada essa Terra che, se vuol essere illuminata dal Sole, deve risolversi essa a correre in- torno a lui. L'Ora va, trova Copernico sul terrazzo di casa sua, che stava osservando il cielo ad oriente, perchè il Sole non si levava; gli fa l'ambasciata, se lo fa montare sulle spalle e lo conduce al cospetto del Sole, ('opernico e il Sole hanno insieme un lungo colloquio, nel quale il Sole riesce non senza fatica a persuadere il filosofo a fare quello ch'ei vuole. La commediola ò in sostanza una fine canzonatura della superbia del genere umano, il quale, considerandosi come l'opera più perfetta della terra, collocò la terra noi centro dell'universo, per persuaderò a sé mede- simo eh' esso ne è il re, o che l' universo è stato creato per lui. Cucciata dal suo trono la Terra, gli uomini diventano quello che sono in realtil, quattro animaliizzi che vivono in su un pugno di terra tanto piccino, die il Sole non li arriva a vedere.^ Argomento dell'altro dialogo ò il suicidio, cioè la questione tanto dibattuta, so V uccidersi sia lecito o utile. Il Leopardi ' Kpi»lnlario, voi. II, pAg. 609,
- V<'<iì l^Roi'ABi», (tptré, ed. oit., voi. II, pag. CO.