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SEMPRE A BOLOGNA. 279 nanzi una prefazione. Anzi pregava il Leopardi di farla presto; perch'egli potesse comunicarla privatamente al Censore; il quale forse, compreso lo spirito del- l'opera, avrebbe potuto persuadersi di lasciarla stam- pare da sé sola, senza che uscisse prima nel Bicogìi' tore.^ Il Leopardi rispose che il tuono ironico delle Ope- rette morali escludeva assolutamente un preambolo ; che nondimeno egli aveva supplito ad esso col Dialogo di Timandro ed Eleandro, da lui perciò collocato nel fine; e pregò caldamente lo Stella di comunicare privata- mente il manoscritto alla Censura, come aveva divisato di fare, e di dargliene poi una risposta decisiva.* Frattanto il Brighenti, senza abbandonare l'idea di quella edizione delle opere complete del Leopardi, della quale abbiamo parlato, propose all'amico di rac- cogliere in un volumetto, di formato eguale a quello delle Canzoni stampato a Bologna nel 1824, tutti gli altri versi da lui composti, che restavano ancora ine- diti, pubblicati sparsamente nel Nuovo Eicoglitore. 11 Leopardi acconsentì, e nello stesso anno 1826 il Brighenti mise insieme e pubblicò il volumetto, il quale comprendeva gli Idilli, le due Elegie, i Sonetti in persona di Ser Pecora, V Epistola a Carlo Pepali, la Guerra dei topi e delle rane, e il Volgarizzamento della Satira di Simonide. Da principio l'autore voleva comprendervi anche Vlnno a Nettuno e la Torta; ma poi, quando la stampa era già cominciata, ne abban- donò l'idea, moditicando l'avvertimento degli Editori, come può vedersi a pag. 477 degli Studi filologici rac- colti e ordinati dal Pellegrini e dal Giordani. Che il volumetto fu tìnito di stampare nel 1826 non c'è dub- bio; quando propriamente fosse pubblicato non si sa; non certo prima della partenza di Giacomo da Bolo- gna, che avvenne, come vedremo, il 3 di novembre ; ' Vedi Epistolario, voi. II, pag. 348, 349.
- Vedi Lettera inedita nell' Opinione letteraria del 19 otto-
bre 1882.