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i genitori. | 3 |
rozza, avevano appartamenti riccamente mobiliati, servitori in livrea, davano ricevimenti nei quali si osservava la più rigida etichetta.
In tutte le case c’era almeno un prete, l’aio o il maestro dei signorini. In casa Leopardi, quando nacque Giacomo, ce n’erano due.
La famiglia dei conti Leopardi è delle più antiche d’Italia, le memorie di essa rimontando fino al 1200. E quasi egualmente antica è la famiglia Antici, nella quale il conte Monaldo, padre di Giacomo, si scelse la moglie.
Monaldo, nato il 16 agosto 1776, primo di quattro figli, dal conte Giacomo e dalla marchesa Virginia Mosca, rimase a quattro anni privo del padre; e a diciotto, coll’assenso degli zii e della madre, e mediante il pagamento di una tassa al Governo del Papa, divenne padrone di sè e del suo, assunse, cioè, l’amministrazione del patrimonio e il regime assoluto della famiglia; ciò che, secondo la volontà del padre espressa nel testamento, avrebbe dovuto avvenire soltanto quando egli avesse compiuto i venticinque anni.
Per giudicare del carattere e delle qualità di Monaldo, abbiamo, oltre i suoi scritti e le lettere sue e dei parenti, la sua Autobiografia,1 che va fino al 1802, ed appare scritta con sufficiente sincerità. Egli stesso vi parla della sua tendenza, fin da ragazzo, a sovrastare, non però, dice, a soverchiare; del suo bisogno d’imporre agli altri la propria volontà; della bestiale
- ↑ Autobiografia di Monaldo Leopardi, con appendice di Alessandro Avoli; Roma, Befani, 1883. I passi riguardanti Monaldo, chiusi fra virgolette, o stampati in corsivo, sono tratti dalla Autobiografia.