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258 CAPITOLO XIII. dogli una collezione di Operette morali di vari autori greci, volgarizzate, della quale aveva già in pronto il primo tometto, e nella quale avrebbero potuto aver luogo i Caratteri di Teofrasto, i Pensieri di M. Au- relio, e soprattutto i Pensieri di Platone. < Ciascuna operetta, diceva, si potrebbe stampare in modo che stesse anche da sé, e potesse vendersi separatamente. >' Lo Stella rispose che sperava di pubblicare il Mar- tirio entro l'anno, e che era ben contento eh' egli vo- lesse occuparsi della collezione di operette morali di autori greci, della quale lo pregava di mandargli il manifesto. Intanto andava ristampando nel Nuovo Pi- coglitore le Annotazioni alle Canzoni con innanzi Parti- coletto critico su le canzoni stesse scritto dal Leopardi, e si disponeva a pubblicarvi alcune poesie greche da lui tradotte e mandategli in quei giorni. Non so se fra queste poesie greche, delle quali lo Stella scriveva al poeta con lettera del 31 ottobre,' ci fosse anche la Satira di Simonide sopra le donne, la quale real- mente comparve nel Nuovo Ricoglitore (Anno I, 1825, pag. 829) ; ma le altre, qualunque si fosse la ragione, non vi comparvero. Credo che queste poesie fossero i frammenti di Archiloco, di Alessi Turio, di Anfide Ate- niese, di Eubulo Ateniese e di Eupoli comico, tratti da Stobeo, da Ateneo e dal Toup nelle note a Longino, che il Leopardi tradusse nel 1823 e nel 1824, e dei quali prese nota nell'elenco dei suoi scritti compilato nel 1826 con queste parole: < Volgarizzamenti di alcuni versi morali dal greco, da pubblicarsi nel Nuovo meo- glitore. > Quei frammenti rimasero sempre inediti, e si sono poi ritrovati fra lo carte leopardiane rimaste al Ranieri dopo la morte dell'autore. Il 16 novembre Giacomo tornava a parlare allo Stella della raccolta dei moralisti greci, nella quale
- Bpitiotario, voi. II, p«g. 88.
■ Idem, Tol. Ili, png. 810.