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254 CAPITOLO XIII. che la razza umana vi è differente da quella di cui tu ed io avevamo idea. >' A Milano andò ad alloggiare in casa degli Stella, dai quali ricevè grandi cortesie; ma il tuono mercan- tile della casa, la quale gli parve a prima vista la peggior locanda che gli fosse toccata nel viaggio^ gli diede da principio un po' d'imbarazzo; poi le prime impressioni si modificarono ; a poco a poco si assue- fece alle abitudini della famiglia e della città, e finì col trovarcisi abbastanza bene, nonostante che l'aria, i cibi e le bevande non gli si confacessero. Andò a visitare il Monti, che lo accolse molto benignamente e Io pregò a tornare spesso da lui ; ma non ci tornò, perchè la prima volta dovè sputar sangue per parlajr- gli in modo da poter essere inteso; e poi il Monti di lì a poco andò a Como.* Lo Stella usava al Leopardi ogni maniera di cor- tesie per trattenerlo a Milano; ma la ripugnanza al lavoro faticoso e noioso del Cicerone, e il desiderio di tornare a Bologna gli diedero la forza di resistere alle insistenze dell'editore ; e fu stabilito che, appena avviata l'impresa, se ne tornerebbe a Bologna, di dove seguiterebbe ad esercitare sopra di essa una lontana sopraintendenza. Lo Stella gli assegnò, per i lavori (aiti e da farsi, dieci scudi al mese, come un acconto, Senna pregiudizio di quél più che potessero meritare le sue fatiche letterarie dentro l'amio." La corrispondenza epistolare di Giacomo coi suoi in questa sua lontananza da casa era frequente e molto nutrita; quella con Carlo e Paolina affettuosa ed espansiva; quella col padro rispettosa o paziente. Monaldo, benché il cognato Antici avesse cercato di rassicurarlo dicendogli che Milano ora una città meno pericolosa delle altre, perchò aveva una polizia vi-
- EpMo!aHo, rol. II, pAg. 7.
- Idem, pAg. 14, 24.
- Idem, pAg. 26.