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230 CAPITOLO XII. sulle religioni, dissertazioni sulla letteratura in gene- rale, sulla poesia, sui poemi; osservazioni di storia, di politica, di estetica, di arte, tutte di grande im- portanza. Da qualcuno di quei pensieri si può indovinare che l'autore andava meditando le Operette morali. Ma prima di mettervi mano volle pubblicare le Can- zoni, Egli aveva oramai sentito la inferiorità delle due Per donna malata e Su lo stranio; per ciò, lasciate queste da parte, deliberò di raccogliere, insieme con l'ultima Alla sua donna, le sei che aveva composte innanzi, e le tre prime mandate fuori nel 1818 e nel 1820, dieci in tutto; e di unirvi le Annotazioni e la Comparazione delle sentenze di Bruto minore e Teofrasto vicini a morte. Invece che a Roma, risolvè di stamparle a Bologna, e sulla fine d'ottobre scrisse al Brighenti, chiedendogli qualche notizia intorno alla spesa. Avute le notizie, ed accettate, dopo brevi trat- tative, le condizioni dello stampatore, ai 5 dicembre mandò il manoscritto e le istruzioni per la stampa, e il 15 maggio del 1824 i quaranta scudi, prezzo con- venuto per cinquecento copie del libretto. S'intende che Monaldo non doveva saper niente di questa edi- zione; perciò Giacomo raccomandò caldamente al Bri- ghenti clie i fogli del libro, i quali dovevano essorfj:li mandati j)rima che fosse legato, per potervi faro l'errata-corrige, fossero spediti a lui sotto il nome del signor Alberto Popoli. La stampa cominciò nel luglio e fu finita nel settembre. Il 25 ottobre Giacomo mandava M copio delle Can- zoni al cugino Mclchiorri a Roma, perdio lo distri- buisse agli amici di là, alcune secondo le indicazioni da lui dategli, altro a piacer suo; ma lo i)regava di non darne nessuna al Marini, di non dargliela almeno a nome suo. S'era avuto a malo delia condotta da lui tenuta circa il divisato matrimonio con la Pao- lina, sopra tutto che non avesse risposto ad una sua