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226 CAPITOLO XII. Paesi Bassi. Dovè conoscerlo in casa Cancellieri, o dagli zii. Se la lettera n° 228 àéìV Epistolario è diretta a lui, come suppongono gli editori, e pare probabile, Giacomo il giorno dopo averlo conosciuto gli mandò in dono le sue prime tre Canzoni; e quando egli fu partito da Roma, gli scrisse una lettera in francese, affettuosa ed espansiva, che lo raggiunse a Ginevra. A giudicare dalle due lettere successive che gli amici si scambiarono (le sole che ci sono note) c'era fra loro molta conformità di sentire e di pensare. Incli- nati tutti due alla malinconia, erano tutti due idea- listi e pessimisti. Con la lettera sopra accennata Giacomo aveva scritto all'amico che, dopo avere passato la prima gio- ventù senza mai applicarsi all'arte di godere della vita, finalmente aveva cominciato ad istruirsi nell'arte di non soffrire. Sul quale argomento il Jacopssen ri- spondeva: < J'aime infiniment à considérer le bonheur 80US ce point de vuc; car si le bonheur essentielle- ment négatif prive de toute jouissance, de tonte émo- tion profonde, il rachète par la durée ce qui manque à son intensité passagòre. >' Anche egli, fatta espe- rienza degli uomini e della vita, nella quale aveva pure provato quei godimenti che al Leopardi erano stati sempre interdetti, e pensando all'esistenza uniforme monotona che, tornando al suo paese, gli si apriva dinanzi, diceva: < Je deviens sauvage, ours; jo re- cherche la solitude ; mcs livres si favoris, mes pro.jets si nombreux, mcs espérances aux couleurs do pourpre ot de rose, tout s'cffaco, tout so d^^pouillo d'appas et de charmcs; cn véritó quand on y róllóchit, l'hommo est bien fou d'aimor si obstinóment cetto existence si pleine d'cnnuis, de dégoùts et do déboiros. > K con- cludeva: < Ics fitros organisÓH lo plus unifonnément heurcux sur ce mondo sont positivcmcnt ceux qui • KpMolario, Tol. I, pRg. 4WJ iti notn.