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222 CAPITOLO XI. — GIACOMO LEOPARDI EC. tato con una di Bologna, ed aveva forti pretenzioni quanto alla dote. Queste notizie contradittorie face- vano stare sulle spine la buona Paolina, la quale con- siderava quel matrimonio come una grande fortuna, e per la paura che tale fortuna le sfuggisse, scriveva a Giacomo lettere disperate. Questi cercò di calmarla e consolarla e scrisse al padre, spiegandogli le ap- parenti contradizioni fra le notizie sue e quelle dello zio Antici, ed assicurandolo che la cosa era tutt' al- tro che impossibile. Partendo per Recanati, avrebbe, diceva, affidato le trattative al cugino Melchiorri, in- timo del cavaliere. Tornato Giacomo a Recanati, di questo matrimo- nio non si parlò più, finche nel luglio seppe dal cu- gino Melchiorri che il Marini zitto e cheto aveva con- cluso il parentado con una signora di Rieti. In questo mentre si erano di nuovo rotte le trat- tative riannodate col Peroli. E la PaoHna, riveduto dopo qualclie tempo il Roccetti e innamoratasene, ot- tenne dai genitori di essergli sposa. Tutto era com- binato : ma un giorno le venne un dubbio terribile, il dubbio di non avergli saputo ispirare quell'amore ch'ella sentiva per lui; gli esposo il dubbio; egli non seppe scioglierlo, ed essa lo congedò.' Povera Paolina ! Pesava un po' anche sopra di lei il destino del suo grande fratello! ' léUllitie ili J'aoliiia, png. 100.