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6IAC0M0 LEOPARDI A EOMA. 209 ideale, l'amore delle Elegie, degli Idilli, della canzone Alla sua donna ; quando si trovava in compagnia del fratello, al quale piaceva parlare di amori meno poe- tici e più solidi, s'immaginava d'essere anche lui un giovinotto come lui, e come tutti gli altri. Delle donne, ch'erano l'argomento che a Carlo interessava di più, gli scrisse, appena arrivato: < Le donne ro- mane alte e basse, fanno propriamente stomaco. >' Pochi giorni dopo, tornando sull'argomento, aggiun- geva che in Roma era tutt'altro che facile il far for- tuna con le donne. < Al passeggio, in chiesa, andando per le strade, scriveva, non trovate una befana che vi guardi. Io ho fatto e fo molti giri per Roma in com- pagnia di giovani molto belli e ben vestiti : sono pas- sato spesse volte, con loro, vicinissimo a donne gio- vani, le quali non hanno mai alzato gli occhi; e si vedeva manifestamente che ciò non era per modestia, ma per pienissima e abituale indifferenza e noncu- ranza: e tutte le donne che qui s'incontrano sono così. Trattando, ò così difficile il fermare una donna in Roma come in Recanati, anzi molto più, a cagione dell'eccessiva frivolezza e dissipatezza di queste bestie femminine, che oltre di ciò non ispirano un interesse al mondo, sono piene d'ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi. >* »
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Come le donne, così, o quasi, giudica il Leopardi tutto il resto di Roma; e tuttavia non si può dubi- tare che i pochi mesi ch'egli vi stette furono un grande sollievo della sua vita. Se le donne alte e basse fa- cevano stomaco, < gli uomini, scriveva a Carlo, fanno rabbia o misericordia. >' E commentando queste pa- ' Epistolario, voi. I, pag. 362. « Idem, pag. 369, 370. ' Idem, pag. 362. Chiarini, Leoj>. 14