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208 CAPITOLO XI. In casa degli zii, benché tutti gli facessero genti- lezze, non si trovò molto bene. Il 29 novembre, scri- vendo al padre gli mandava i saluti degli zii e della insopportabile donna Marianna (la moglie dello zio Carlo), < la quale, diceva, mi vuol bene ; e io non so quello che me le voglia. >* Alcuni giorni dopo, il 9 di- cembre, riscriveva così de' suoi ospiti : < 1 principii e gli elementi eterocliti ed affatto anomali di cui sono composti i loro naturali, e il disordine incredibile e inconcepibile che regna nel giornaliero di questa fa- miglia, non mi lascia esser con loro altro che fore- stiere. >* Con altra lettera del 31 dicembre dava al padre sullo stesso argomento altri ragguagli abba- stanza singolari e curiosi. Il sistema di casa sua a Recanati, che a Giacomo, quando e' era, pareva odioso e insopportabile, ora paragonato al sistema opposto di casa Antici, diventava a un tratto buono e ammi- revole; diventava, s'intende, nelle lettere al padre, al quale il figliuolo voleva dir cose che gli tornassero grate ; ma, bench' egli dicesse il vero, si può dubitare che in cuor suo preferisse all'ordine della casa pa- terna il disordine di casa gli zii. . Nelle lettere a Carlo, Giacomo fa poi confidenze anche più gravi intorno all'intimo della famiglia An- tici, confidenze che la prudenza degli editori dell'Epi- stolario, di chi comunicò ad essi le lettere, ha pudi- camente sottratte allo sguardo dei curiosi. Chi potesse leggere sotto i puntini coi quali gli editori hanno ac- cennato le volontarie lacune, si meraviglierebbe delhi libertà di linguaggio che, in fatto di donne, usa Gia- como scrivendo al fratello. Sappiamo che Carlo amava quella libertà; ma non possiamo supporre che a Gia- como ripugnasse, poicliò la usava. Il poeta, quando era solo coi suoi pensieri, non concepiva che l'amore
- KpMcXario, voi. I, png. 3Ca.
- ld«m, pag. 871.