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DISPERAZIONE E RASSEGNAZIONE. 171 alla sorveglianza, posso accertare che cavano acqua col crivello. > ' Rispondendo pochi giorni dopo ad una nuova let- tera del Brighenti, torna sali' argomento con ama- rezza anche maggiore : < Ringrazio mio padre del per- messo che mi concede di stampare le mie canzoni. Ma le due di Roma non vuole che si ristampino. Dice benissimo. Ha voluto sapere da lei i titoli delle ine- dite. Ha fatto benissimo. Non vuole che si stampi la prima (quella Su lo strazio). Parimente benissimo; non già secondo me, ma è ben giusto che neyli scritti miei prevalga la sua opinione, perch'io sono e sarò sempre fanciullo, e incapace di regolarmi. > Per le due canzoni delle quali il padre permetteva la stampa, dice che < non occorre incomodare gli stampatori > ; e quanto a quella al Mai, eh' è una delle due permesse, soggiunge : < Il titolo della seconda inedita si è trovato fortunatamente innocentissimo. Si tratta di un Mon- signore. Ma mio padre non s'immagina che vi sia qualcuno che da tutti i soggetti sa trarre occasione di parlar di quello che più gl'importa e non sospetta punto che sotto quel titolo si nasconda una canzone piena di orribile fanatismo. > Risponde poi ad alcune obiezioni del Brighenti intorno alla canzone Su lo stra- zio, per la quale aveva ancora un debole ; e dopo altri sfoghi dolorosi finisce : < Il mio intelletto è stanco delle catene domestiche ed estranee. >* Al Brighenti dispiacque che gli fosse ritirata la commissione, e se ne dolse. Allora il Leopardi ri- solvè di stampare a sue spese la sola canzone al Mai ; e vi mise innanzi una lettera di dedica al conte Leo- nardo Trissino di Vicenza, che aveva conosciuto per mezzo del Giordani. Ai primi di luglio la canzone era stampata, e il 17 Giacomo pregava il Brighenti di mandarne un esem-
- Epistolario di Giacomo Leopardi, voi. I, pag. 264.
- Idem, pag. 268 e seg.