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DISPERAZIONE E KASSEGNAZIONE. 167 tempo suo, egli appare un uomo operoso, intelligente, cólto, buon padre di famiglia, amico affezionato e ser- vizievole, ammiratore degli uomini d'ingegno e vir- tuosi, un uomo insomma per ogni verso rispettabile, benché disgraziato. E nessuno, finché visse, lo sospettò capace di azioni disonorevoli. Onde, allorché nel 1851 il Marchese Gualterio nella sua Storia degli ultimi rivolgimenti i7aiiawt pubblicò una nota di corrispondenti ufficiosi del Governo austriaco, nella quale si leggeva fra gli altri il nome dell'avvo- cato Brighenti, la cosa parve così inverosimile, che lo stesso Gualterio, dubitando della veracità del do- cumento, rinvenuto fra le carte della polizia dopo i giorni dell'insurrezione lombarda, avvertì che biso- gnava andar cauti nel prestar fede ad esso, < perchè, diceva, non è impossibile che il vero corrispondente della polizia fosse ben altri da quello cui venivano dirette le lettere da Milano e da Vienna. > < Aggiunge- vasi, scrive il Piergili citando le parole del Gualterio, che i carteggi delle spie s'includevano talvolta nella corrispondenza di altre persone, le quali così li tra- smettevano cui erano inviati, senza però conoscerne il contenuto. E, per rispetto al Brighenti, tal cosa ap- pariva in tutto verosimile, poiché essendo egli libraio ed editore, non gli mancavano occasioni di spedire per ogni dove libri e stampe ; né si reputava impro- babile che alcuno avesse potuto abusare della sua buona fede, facendo per mezzo di lui pervenire le pro- prie lettere a qualche segreto agente della polizia au- striaca. La lista poi de' confidenti, che questa aveva lasciata negli archivi, non poteva essere fatta ad arte per spargere la diffidenza fra i liberali italiani? >' Quando poi nello stesso anno la stessa accusa al Brighenti fu ripetuta tìqW Archivio di Capolago, Ce-
- Vedi Piergili, Un confidente deWaìta polizia austriaca nel Ga-
binetto di Giampietro Viensseuu- ; Recanati, Simboli, 1888, pag. 17.