Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
166 CAPITOLO IX. tolto da quell'ufficio come incapace. Intanto il Bri- ghenti, dagli uffici di polizia, dove aveva cominciato la sua carriera, era passato alle viceprefetture, prima di Massa e Carrara, poi di Cesena. Si trovava nei primi del 1807 a Cesena, quando il Giordani, fatto inutilmente un giro per la media e bassa Italia, in cerca di una occupazione che gli desse da vivere, riparò presso di lui. In quali con- dizioni egli fosse, appare da queste parole che scri- veva l'il luglio al Marchese di Montrone: < Tu devi sapere ch'io non ho abiti, non denari, non ho nulla.... Oh Montrone mio.... io sarei morto, se non era Bri- ghenti. Se tu sapessi.... io ho vergogna a dirti tutto quello che ho sofferto. > * Naturale che la riconoscenza stringesse sempre più il Giordani al Brighenti. Pure la loro amicizia, dopo undici anni di affetto, per parte del Giordani vivo e purissimo, fu turbata, anzi rotta, per un fatto ed in circostanze che sono rimaste ignote. Probabil- mente ciò dovette avvenire avanti il 1816, nel quale anno comincia, nell' epistolario del Giordani, la cor- rispondenza di lui col Brighenti. Che la colpa fosse di questo non pare dubbio ; poiché una volta eh' egli rammaricandosi rammentò all'amico i tempi ne* gnidi poteva comandargli, il Giordani rispose: < sapete che io non vi lasciai; ma voi mi ripudiaste. >* E solamente per compassione delle misere condi- zioni in cui il Brighenti si trovò, perduto dopo la re- staurazione l'impiego, il Giordani consenti a ranno- dare con lui l'antica amicizia. Dalle lettere del Giordani o del Leopardi al Bri- ghenti, da quello di lui a loro, o dalle relazioni che egli ebbe con altri letterati ed uomini illustri del ' Optrt di l'Utro Giordani, pubblicato dii Antonio Quualli: Apponi] ico, png. 22((.
- Vedi KpIttolaHo di PMto (7/ordan/; voi. V, png. 77 in noia.
J