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GLI IDILLI, LA CANZONE AL MAI EC. 159 non lasciò che l'abbozzo, della Teìesilla distese in Tersi (endecasillabi sciolti) tutta la prima parte e il prin- cipio della seconda. Oltre queste parti verseggiate, esistono nel manoscritto alcuni appunti informi e con- fusi concernenti tutto il dramma. Le parti verseg- giate dovettero essere scritte dopo il Suppìetnento, ma non molto dopo; crederei non oltre la metà del 1821. L'argomento deìV Erminia è tratto dalla Gerusa- lemme. L'abbozzo, misto di prosa e di versi, ma scritto tutto di seguito come prosa, comincia con un dialogo in versi fra Erminia e Vafrino, scudiero di Tancredi, che accompagna la donna alla casa del pastore, pro- mettendole che il giorno di poi sarebbe tornato a pren- derla per condurla da Tancredi. Il pastore accoglie amorevolmente Erminia, la quale racconta ad esso la sua storia e gli domanda notizie del combattimento fra Argante e Tancredi. Sopraggiungono alcuni sol- dati portando Tancredi ferito e svenuto. Erminia si manifesta a lui ; dopo di che deliberano di avviarsi tutti insieme a Gerusalemme, dove il giorno dipoi si deve combattere. Il componimento doveva avere de- gli intermezzi cantati, parte dai figli del pastore, parte da Erminia. L'argomento della Teìesilla è cavato, come notò già il Carducci, dal Girone Cortese dell'Alamanni.' Nel poema la dama di Maloalto, moglie di Danaino, è innamorata di Girone, il fido amico di suo marito. Girone, che non vuol tradire l'amicizia, conforta la dama a mantenersi fedele al dover suo : ma una volta, trovandosi solo con lei, in un momento di debolezza, sta per cedere alla tentazione del peccato; si ravvede però in tempo, e in un accesso di disperazione si tra- passa il petto con la spada. Trasportato al castello di Maloalto, è curato amorevolmente da Danaino e dalla dama, guarita oramai della sua funesta passione. ' Vedi Carducci, Degli spiriti e delle forme ec., pag. 60.