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LO < ZIBALDONE > E GLI < APPUNTI EC. > 143 tempo. Nero come un cappello. — E poco dopo spa- risce il lume di quella finestra ec. Intanto la lucciola era risorta ec; avrei voluto ec. ; ma quegli se n'ac- corse, tornò: — porca buzzarona; — un'altra volta la fa cadere giù, debole coni' era, ed egli col piede ne fa una striscia lucida fra la polvere ec, poi ec, fin- ché la cancella. Veniva un giovanotto da una stra- della in faccia alla chiesa prendendo a calci i sassi e borbottando ec; l'uccisore gli corre a dosso e ri- dendo lo caccia a terra, e poi lo porta ec. S' accre- sce il giuoco, ma con voce piana, come pur prima ec, ma risi un po' alti. Sento una dolce voce di donna, che non conoscea né vedea, ec — Natalino, andiamo eh' è tardi. — Per amor di Dio, che adesso adesso non faccia giorno — risponde quegli ec. Sentivo un bam- bino, che certo dovea essere in fasce e in braccio alla donna e suo figlio, ciangottare con una voce di latte suoni inarticolati e ridenti, e tutto di tratto in tratto e da sé senza prender parte ec Cresce la bal- doria ec C ò più vino da Girolamo? Passava uno, a cui ne domandarono ec Non e' era ec La donna venia ridendo dolcemente con qualche paroletta ec oh che matti! ec (e pure quel vino non era per lei, e quel danaro sarebbe stato tolto alla famiglia dal marito), e di quando in quando ripetea paziente- mente e ridendo l' invito d' andarsene, e invano ec Finalmente una voce disse loro, oh ecco che piove: era una leggera pioggetta di primavera ec; e tutti si ritirarono, e s' udiva il suono delle porte e i cate- nacci ec; e questa scena mi rallegrò (12 maggio 1819). > Lo Zumbini, che riferì nel primo volume de'suoi Studi sul Leopardi, la prima parte di questo appunto, vede in essa come V abbozzo di tm infero idillio; e dalla tenerezza del poeta per la povera lucciola ch'egli avrebbe voluto salvare, prende occasione a ravvici- nare i sentimenti di lui a quelli del poeta scozzese Burns, che compiangeva la sorte del topolino al quale