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i primi amori | 109 |
Delle donne e dei fatti che gli procuravano queste visioni si trova più d’un ricordo nelle sue carte giovanili. Nominata due volte, e più a lungo dello altre, è una Brini, della quale il Mestica raccolse lavoce che avesse un figliuolo da Giacomo. Ma la vocenon avendo alcun fondamento serio, è da rigettaresenz’altro come falsa ed assurda, e come indegnamente oltraggiosa per il poeta.1
So bene che Giacomo era uomo, e che egli e Carlo, in fatto di donne, facevano insieme dei discorsi molto liberi; cioè, credo che Carlo li facesse e Giacomo li stesse a sentire. Con tutto ciò l’opinione mia intorno a Giacomo rispetto alle donne è ch’egli non abbia mai osato fare a nessuna, non che altro, una dichiarazione d’amore, salvo che in sogno. Ma la vista di una donna, che fosse o gli paresse bella, bastava ad elettrizzarlo, gli innalzava l’animo, lo faceva, scrive egli stesso, capace di azioni eroiche, capace di tutto, anche di uccidersi.2
Una sera, mentre passeggiava in compagnia d’altri, rivide la Brini, che lo salutò dolcemente, o gli parve. Non s’era accorto ch’era lei: quando lo seppe, stava sulle spine per lasciare la conipagnia, e andare in luogo ove potesse incontrarla: non fece a tempo, e non ne aveva più speranza, quando a un tratto la rivide. La notte ne ebbe un sogno, ch’egli stesso dice di paradiso. Le parlò, ne fu interrogato e ascoltato con viso ridente; le domandò la mano a baciare, lei glie la porse guardandolo con aria semplicissima e candidissima, e lui la baciò senza ardire di toccarla «con
- ↑ Il Mestica si contenta di dire (nei citati suoi Studi leopardiani): «Nè si fa torto al Leopardi ricordando ch’egli non rifuggiva dalle inclinazioni erotiche insite nella natura umana.» Io penso invece che gli si fa torto gravissimo a supporre che, avendo avuto un figliuolo, fosse capace, come un superuomo qualunque, di lasciarlo pel mondo senza curarsene.
- ↑ Negli Appunti e Ricordi.