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102 | capitolo v. |
Diario è accennato il desiderio di compiere qualche cosa di grande, di diventare famoso, per essere accolto da lei con piacere e stima.) La terza elegia si aggira tutta intorno al concetto ch’egli l’ama e l’amerà sempre in segreto, contento di soffrire per lei, e di essere infelicissimo nell’amor suo.
Nessuna di queste tre elegie fu composta, cioè furono composte soltanto due terzine, che io credo il principio della prima; l’argomento della quale comincia con queste parole: « Io giuro al cielo, ec.» E le terzine dicono:
Io giuro al ciel che rivedrò la mia
Donna lontana onde il mio cor non tace
Ancor posando e palpitar desia.
Giuro che perderò questa mia pace
Un’altra volta poi ch’il pianger solo
Per lei tuttora e il sospirar mi piace.
Questo principio si può ragionevolmente credere dettato al poeta dalla notizia che la Cassi stava per tornare a Recanati; anzi la notizia, rinfocolando l’amore del poeta, dettò forse gli argomenti delle tre elegie, le quali perciò dovettero, come accennai, essere composte tutte intorno allo stesso tempo. La Cassi fece la sua breve apparizione a Recanati, e Giacomo compose la seconda elegia, la quale nell’autografo è intitolata quarta, perchè il poeta aveva certamente intenzione di comporre anche le altre di cui aveva scritto gli argomenti, o almeno due di esse; non saprei dir quali. Ma quella intenzione restò senza effetto; e così la quarta elegia diventò seconda nella stampa bolognese del 1826. Ch’ella fosse composta nel 1818, per quanto la stampa abbia innanzi a tutte due la data 1817, è attestato da un elenco di scritti compilato dall’autore nel 1826, nel quale accanto alle due elegie sono notati, come tempo della loro composizione, gli anni 1817 e 1818.