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le prime relazioni con p. giordani 91

Quel mondo, da lui intravisto di là dai monti e dal mare che chiudevano l’orizzonte del suo paese natale; quel mondo di cui gli era contesa la conoscenza dall’avarizia materna, e dalla grettezza e cocciutaggine del padre, egli, fra mezzo ai gravi e faticosi suoi studi, lo aveva disperatamente cercato nei libri; e i libri, mostrandogliene idealizzate le parti migliori, gli avevano acceso sempre più vivo il desiderio di vederlo da vicino nella sua vera realtà. Giudicando degli altri da sé, e di sé e degli altri dall’animo suo, e dimenticando il suo corpo, si sognava che in cotesto mondo, splendido di meravigliose bellezze, avrebbe potuto esplicare tutte le sue forti facoltà, sodisfare tutti i suoi ardenti desiderii. Là era il campo vero della vita; là erano i premii desiderati alle opere dell’ ingegno, il plauso generale, la lode dei dotti, il sorriso delle belle donne; là erano infine la libertà, la gloria e l’amore, a cui egli aspirava con tutte le forze della sua giovinezza. Il tempo in cui faceva questi sogni fu, lo sappiamo da lui stesso, il tempo della sua maggiore felicità.

Ma ormai quel tempo era passato per sempre!




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