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prologo. 5

dirvi di questi miei compagni di viaggio, quello che potei raccapezzare: chi fossero, di che condizione, e come vestiti. Comincerò, per primo, da un cavaliere.

C’era, dunque, un cavaliere, una degna persona, il quale fin da quando montò la prima volta a cavallo, ebbe in alto rispetto la cavalleria, la lealtà e l’onore, la libertà e la cortesia. Si era segnalato in prodezza combattendo pel suo signore e non c’era fra i cristiani e gl’infedeli uno che avesse cavalcato quanto lui, sempre onorato per la sua dignità di valoroso cavaliere.

S’era trovato alla presa di Alessandria3; e in tutte le città della Prussia era stato piú di una volta capo tavola4. Nessun altro cristiano della sua condizione aveva mai viaggiato quanto lui in Lituania e in Russia. Fu all’assedio di Algezir a Granata; combattè a Belmaria 5; vide cadere in mano dei Turchi Layas e Satalia6, e nel mare Grande7 fece parte di molte illustri armate. Ben quindici volte si era trovato a ferali conflitti, e a Tremissen8, per la