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prefazione. | xlvii |
quella.„ La fiera invettiva al popolo incostante e mutevole come la luna, i commoventi particolari della pietosa scena fra Griselda e i suoi figliuoli, il congedo originalissimo, e di un sapore veramente moderno, col quale il Chierico, finito il suo racconto, si rivolge agli uomini che hanno moglie, e alle donne che hanno marito, ed altre finezze ed arguzie che ognuno potrà facilmente riscontrare da sé, basterebbero da soli a giustificare le lodi e l’ammirazione di tutti i critici piú autorevoli dell’Inghilterra, per questa novella, che nel suo genere è forse la più bella fra le Canterbury Tales.
Le “celesti sofferenze„ di Griselda, dalla novella del Decamerone in poi, furono imitate e riprodotte in quasi tutte le piú importanti forme letterarie antiche e moderne: la rappresentazione sacra, la ballata, la novella, il poema, la commedia, la tragedia, e perfino, ai giorni nostri, il melodramma, si disputarono questa storia, che ha goduto una popolarità lunghissima e quasi senza interruzione. E non solo in Italia, ma anche presso le altre letterature d’Europa, spe-