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xxxii prefazione.

come vorrebbe qualcuno1. Il Tyrwhitt2 inclina a credere che sia, invece, di origine provenzale, e cita una poesia di Folchetto di Marsiglia, scritta in una strofe di sette versi, che corrisponde esattamente a quella del Chaucer. E la sua opinione è divisa dall’Hertzberg, il quale dice, senz’altro, che questo metro è preso in prestito dai poeti di Provenza. In Inghilterra questa strofe divenne subito molto popolare, e fu usata assai spesso dai due immediati seguaci e imitatori del Chaucer, Occleve e Lydgate. Perfino Giacomò I di Scozia l’adoperò in un suo lavoro poetico intitolato The Kinges Quair:3 e pare, anzi, che in omaggio a questa regale predilezione la strofe acquistasse il nome di ryme royal, col quale la sua popolarità durò fin verso la fine del secolo XVI, in cui fu spodestata dalla nuova stanza dello Spencer, composta di nove versi.

  1. Cfr. Bell, Op. cit., pag. 272.
  2. Op. cit., pag. XL. n.
  3. The Kinges Quair (cioè The King’s Quire: Il libro del re) è un poema di circa 1400 versi, nel quale Giacomo I ricorda, insieme col Gower, il Chaucer come “maister dear„.