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del mercante d’indulgenze 291

l’ho lasciato, in fede mia, in quel bosco laggiú sotto un albero. Andate che ve lo troverete, e vedrete che non avrà paura di voi. Vedete quella quercia? È proprio là. Andate, e Dio il quale ci ha redenti dai nostri peccati, vi accompagni e vi faccia migliori.„ Così disse il vecchio.

E tutti e tre quei manigoldi si misero a correre finché giunsero alla quercia, ai piedi della quale trovarono circa otto staia di fiorini d’oro coniati splendidamente. Allora non si curarono piú di andare in cerca di “Morte„; ma fu tale la loro gioia nel vedere tutte quelle belle monete luccicanti, che restarono atterriti davanti al prezioso tesoro. Il primo a parlare fu il piú malvagio.

“Fratelli, disse, sentite quello che dico. È vero che mi piace scherzare e fare il chiasso, ma in fondo un po’ di testa ce l’ho anch’io. Con questo tesoro che ci ha dato la fortuna noi ce la potremo passare allegramente per tutta la vita, spendendo senza risparmio giacché a noi questo danaro non ci costa nulla. Stamattina, per Iddio im-