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del mercante d’indulgenze | 291 |
sei tutto imbacuccato a cotesto modo, che ti si vede appena il viso? Com’è che non ti vergogni a vivere ancora, cosí vecchio come sei?„
Egli è, rispose il vecchio guardandolo in faccia, che per quanto abbia girato tutto il mondo, perfino l’India, non posso trovare un cane, in nessun villaggio, il quale voglia cambiare la sua gioventú con la mia vecchiaia. E devo tenermela fin che piacerà a Dio, e finchè la Morte, ahimé, non mi venga a prendere! Cosí povero disgraziato, me ne vo girando pel mondo, e mattina e sera batto col mio bastone la terra, che è la porta la quale chiude mia madre, e dico:
— Madre mia, aprimi. Non vedi che ogni giorno mi consumo sempre di piú e la carne se ne va col sangue e con la pelle? Ahimè, quando avranno pace le mie ossa? Madre mia, quanto volentieri cambierei con te la cassetta dei miei risparmi, cosí a lungo custodita nella mia camera, per quel panno che ti avvolge sotterra! — Ma lei non mi vuol far questa grazia, e la mia faccia si fa sempre piú pallida e smunta.