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286 | novella |
incarico, ambasciatore a Corinto per trattare la pace, avendo trovato tutti i primi cittadini della città intenti a giocare turpemente, se ne ritornò subito a Sparta, e disse ai suoi concittadini: “Io non voglio macchiare il mio nome col disonore di farvi stringere alleanza con un popolo di volgari giocatori. Non sarà mai detto che voi, i quali avete un nome così glorioso e rispettato, per mia volontà e per opera mia siate alleati di una gente dedita al giuoco„. Queste furono le parole di quel saggio filosofo.
Ricordatevi anche del re dei Parti, il quale, come racconta la storia, sapendo che il re Demetrio aveva avuto la passione del giuoco, gli mandò, per ischerno, in regalo un paio di dadi d’oro, mostrando di non fare alcun conto della gloria e del nome di lui. Le persone che stanno in alto dovrebbero trovare qualche modo più onesto di passare la giornata.
Ora vi dirò due parole di ciò che dicono i libri a proposito della bestemmia e dello spergiuro. La bestemmia è una cosa abbominevole, ma il falso giuramento è ancora