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276 | novella |
si faccia pure avanti, e venga su ad offrire nel nome di Dio, che lo assolverò di tutti i suoi peccati, con quella facoltà che mi è concessa dalle carte che dianzi vi ho mostrato.„
Con questo gioco, da che faccio il mercante d’indulgenze, mi sono sempre guadagnato cento marchi all’anno. Me ne sto bravamente nel mio pulpito come un chierico, e quando vedo che la folla ha preso posto, faccio la mia predica in quel modo che vi ho detto, infilzando almeno un altro centinaio di frottole. Mentre parlo allungo il collo più che posso fuori del pulpito, e accenno ora a questo ora a quello con la testa, dimenandola a destra e a sinistra come fanno i colombi quando tubano sul tetto del granaio. Le mie mani intanto volano per l’aria gesticolando, e la lingua non canzona. Credete a me, dev’essere proprio una bella scena vedermi almanaccare a quel modo! La mia predica non tratta che del maledetto peccato dell’avarizia, per indurre i fedeli ad essere liberali col prossimo, e prima di tutto con me. Poiché il mio scopo