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262 novella


Ché se Griselda ebbe tanta pazienza con un uomo, tanto più noi uomini dobbiamo sopportare in pace quello che ci viene da Dio. Il quale ha tutto il diritto di sperimentare ciò che ha creato; e non tenta, infatti, come dice S. Giacomo nella sua epistola, se non gli uomini ch’egli ha messo al mondo; e tutto il giorno, senza dubbio, ne mette alla prova qualcuno.

Egli ci affligge colle più grandi sventure, per abituarci alla sofferenza, e per farci, in qualche modo, migliori. Nè lo fa, certamente, per conoscere la volontà nostra; poiché la nostra debolezza gli è nota prima che noi veniamo al mondo. Giacché adunque tutto egli fa pel nostro bene, viviamo per sopportare virtuosamente.

Ed ora, signori miei, un’altra parola e ho finito: sarebbe ben difficile, oggi, trovare in tutta una città due o tre donne che avessero la pazienza di Griselda; poiché l’oro del quale esse rilucono, è di cosí cattiva lega, che messo alla prova si spezzerebbe subito in due parti.

E giacché è cosí, io, per amore della