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di qua e di là, tutta contenta solamente all’idea di avere una nuova signora. Ma torniamo a dire di Griselda, e della sua pazienza.

Essa era tutta affaccendata a preparare per la festa, e senza punto vergognarsi delle sue povere vesti, che in qualche posto erano anche stracciate, corse insieme con gli altri alla porta, allegra e contenta, a salutare la marchesa; poi se ne ritornò alle sue faccende.

Con tutta serenità di animo riceveva gli ordini di Gualtieri, e con tanta sollecitudine li eseguiva, che non c’era mai nulla da ridire; e tutti si meravigliavano come mai potesse essere vestita tanto poveramente, mentre dimostrava un fare cosí nobile e tanta educazione; e non potevano fare a meno di lodare la sua virtú.

Griselda intanto non finiva mai di ammirare, con tutta la schiettezza dell’animo suo, la giovinetta e il fratello; e le lodi che ne faceva erano cosí sincere, che tutti le trovavano giuste. Finalmente, giunta l’ora di andare a tavola, Gualtieri fece chiamare