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232 | novella |
sera si presentò a lei, e mostrandosi serio e turbato nel volto, le disse: “Griselda, non avrai dimenticato, son sicuro, che un giorno ti tolsi dalla miseria, per farti diventare una nobile signora.
L’alta posizione nella quale ti ho messo, spero che non ti abbia fatto scordare, che io ti ho levato da una condizione molto bassa: devi ben ricordarlo. Fa attenzione, ora, alle mie parole, che nessuno sentirà, poiché siamo soli.
Tu sai, come ti dicevo, in qual modo sei venuta, or non è molto, in casa mia; non ostante a me sei carissima: ma non cosí, per altro, ai gentiluomini della mia corte. I quali dicono che è per loro gran vergogna e dispiacere, l’essere sudditi e dipendenti di una donna del volgo.
Da quando è nata la bambina, hanno incominciato a spargere queste voci; io desidero di vivere in pace con tutti, e non posso, quindi, fare a meno di esserne preoccupato. E son costretto a fare della figlia tua, non quello che piace a me, ma quello che vogliono loro.