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del chierico di oxford. 215

cessario, a confessarvi il nostro malcontento: voglia dunque la gentilezza vostra permetterci di farvi un’umile preghiera, e non vi sdegnate di dare ascolto alle mie parole.

Sebbene io non abbia più degli altri il diritto di mischiarmi in questa faccenda, tuttavia per quel favore e quella grazia che mi avete sempre dimostrato, oso domandarvi udienza, per esporvi ciò che noi desideriamo; voi poi, signor mio, farete quello che crederete.

Or dunque, signore, sappiate che noi siamo cosí soddisfatti di voi, di quello che fate ed avete sempre fatto, che non sapremmo, davvero, immaginare noi stessi come vivere piú felicemente: se non che, il vostro popolo riposerebbe piú tranquillo, se voi vi mostraste disposto a prender moglie.

Piegate il collo a quel beato giogo, che non è servile ma sovrano, il quale gli uomini chiamano sponsali o nozze; e pensate, signore, fra le altre cose savie, che i giorni o in un modo o in un altro passano: ché il tempo non aspetta nessuno, e fugge via